Incompiuta

Olio su tavola Formato: cm 44 x 40 Senza firma

Codice: A006

Data: Giugno 2001

Collocazione: 0

L’opera cui stava lavorando, rimasta sul cavalletto senza firma: convolvoli bianchi su fondo scuro, nel vasetto a doppia ansa che l’Artista amava ritrarre, perché crea una doppia fonte di luce.

Tutto è poco più che abbozzato, e può servire a evidenziare il metodo di lavoro: non procedeva per zone, ma lavorava sulla globalità: alcuni fiori hanno già il contorno che “stacca” dal fondo, altri sono appena abbozzati; una sola ansa del vasetto ha luce, l’altra è ancora “spenta”; si intravedono solo alcuni gambi nell’acqua, mentre le foglie hanno già le sfumature del verde, ma non i contorni definiti.

VederLa lavorare era come seguire le note di una musica: non si sapeva mai dove avrebbe dato la prossima pennellata, né perchè, ma intanto il quadro “cresceva” nel suo insieme; se dava un tocco di colore da una parte prendeva un diverso risalto la parte opposta, la pennellata scura cambiava il valore di quella chiara: era sempre un tutt’uno, spesso bello e denso di significato anche nelle fasi intermedie. A volte mi affezionavo a certuni accordi e mi dispiaceva vederli modificare, ma poi scoprivo che se ne erano creati di diversi, e così via fino alla pennellata finale.

E la pennellata finale, cioè la firma, era sempre un momento importante, controverso, denso di sollievo e dispiacere, di soddisfazione come di incertezza, di passione e sfinimento: era come se mettesse lo zaino in spalla a un figlio e lo mandasse per il mondo in cerca della sua verità

Per questo al momento della firma voleva accanto a Sé il Marito, chiedeva la sua conferma, le sue rassicurazioni, e poi rimanevano per qualche tempo a guardarlo, insieme, vicini, come per accompagnarlo mentre si staccava dal loro tempo e dai loro cuori per diventare “Opera”.


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