Opere pubbliche

A 03. Chiesa Carciano - Stresa

Altorilievo in gesso Misure? Donazione del Centro Studi, gennaio 2002 Esposta?

Codice: LP A003

Data: 1954

Collocazione:


A 3. Stresa,

Parrocchia Prepositurale di Carciano
Via Volta, 10

 

Madonna Assunta

 

È conservato presso la Parrocchia Prepositurale di Carciano a Stresa[1]. mentre il bronzo ottenuto attraverso la fusione a cera persa è probabilmente a Camogli e non sappiamo se abbia una funzione devozionale. Possiamo osservare Maria con le mani incrociate sul petto: questo gesto è tipico nell’iconografia cristiana della Dormitio[2] della Vergine ed indica piena accettazione di una volontà superiore.

Ai lati della Madonna troviamo quattro angeli, due per ogni lato. Quello in basso a dell'osservatore è intento alla cura del mantello, mentre l’angelo a sinistra ha le mani giunte in segno di devozione e con lo sguardo segue l’innalzarsi della Vergine. Sopra, in secondo piano, ci sono altri due angeli che seguono il sollevarsi di Maria con sguardo attonito e gesti di stupore. In alto alle spalle della Madre di Cristo vediamo i due lembi della stola che sollevandosi alludono all'azione dello spirito contraddicendo la legge della gravità e piuttosto suggerendo il soffio creativo della Ruha genesiaca. Maria infatti è la nuova Eva, Madre dei Redenti ed icona della nuova Alleanza. Tale modalità rappresentativa è stata utilizzata anche da Marko Ivan Rupnik (Salloga d'Idria 1954, -) nella sua opera musiva Discesa agli Inferi e Resurrezione collocata nella cappella del Collegio San Stanislao a Lubiana. Dunque forse anche antesignana, la nostra Nuzzi!

D’altra parte lo stesso gesto delle mani incrociate sul petto all’altezza del cuore indica un significato trascendente e mistico: in Maria le tensioni affettive e la volontà sono perfettamente orientate alla contemplazione e obbediscono alla vocazione della Trinità: ripetono lo schema dell'Annunciazione. Tale gesto ha sicuramente un valore rafforzativo rispetto alla singola mano disposta sul petto che invece sottolineerebbe la forte concentrazione del soggetto e la partecipazione intima del personaggio ritratto nella scena. In questa opera si conferma la volontà dell’artista di conformare la propria arte alla contemplazione.

 

[1] Cfr. Appendice Figg. 152 e 153.

[2] DORMIZIONE (Dormitio Virginis; Κοίμησις τῆς παναγίας). - É il nome con cui si designa nella chiesa orientale il Transitus di Maria Vergine. La dormizione è propriamente uno degli episodî del Transito e precisamente la morte della Vergine, quando alla presenza degli apostoli, miracolosamente convenuti, Gesù Cristo affida l'anima della Madre agli angeli. È questa la scena preferita dell'arte bizantina che forse la derivò da quella egizio-copta. La Vergine è in genere rappresentata sul letto di morte, circondata dagli apostoli, mentre Cristo stringe fra le sue braccia l'anima di Lei raffigurata come un bambino in fasce; due o più angeli discendono dall'alto ad accoglierla. Esempi tipici se ne hanno nei mosaici bizantini della chiesa del monastero di Dafni (sec. XI) e della Martorana di Palermo (sec. XII), negli affreschi, più tardi, di alcuni conventi del monte Athos, ecc. L'arte occidentale complicò la composizione, aggiungendovi spesso l'Assunzione, come si vede, ad esempio, in alcune miniature della scuola di Reichenau dei secoli X e XI. La rappresentazione della Dormizione, ancora diffusissima nella decorazione scultorea delle cattedrali gotiche, venne poi nel Rinascimento quasi ovunque sostituita dall'Assunzione. (http://www.treccani.it/enciclopedia /dormizione_(Enciclopedia-Italiana)/ [accesso 20.01.2017)].

 (dalla tesi della D.ssa Anna Lucciola presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna,  Istituto Superiore di Scienze Religiose "Alberto Marvelli", Nuzzi Chierego. Amate l'arte: è dono di Dio e consolazione" , parte IV, Cap. 11)

 

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