Il pensiero dominante

Pastello h cm 45 x 45 Senza firma Esposto alla mostra a Casa d'Artisti, Milano 1936

Codice: A009

Data:

Collocazione: 0

Molto spesso i pastelli son rimasti senza firma: forse era laborioso scrivere sulla polvere …
Questo, poi, aveva carattere familiare, ed era pensato per non uscire dallo studio. Uno dei molti “esercizi” che l’Artista e la sorella Melitta facevano, utilizzando la Madre come modella ben conosciuta e disponibile, per lo studio delle posizioni, dei profili, dei gioielli.
Pensiero dominante era lo studio, dunque, cui dedicava ogni attimo libero: ancora negli ultimi anni, tratteggiava profili, forme e scorci per migliorare sempre più il disegno, che riteneva premessa indispensabile alla buona pittura. E quando la luce o gli occhi non permettevano l’esercizio, leggeva critiche, osservava e studiava i grandi, andava a vedere mostre di coetanei o conterranei e in ognuno cercava un aspetto positivo da assorbire per migliorare.
Ma “pensiero dominante” era anche la Madre , che viveva con la coppia, oggetto di ogni premura da parte di ambedue. Vacanze, ricevimenti, gite, pranzi … era tutto subordinato a lei, alla sua salute, al suo umore, al suo agio. Affetto e dedizione che si riscontrano anche nella fitta corrispondenza quando erano lontane, e nella quantità di ritratti fatti o abbozzati, comunque tenuti gelosamente riservati. Finché è stata in vita, il pensiero dominante era lei; quando è mancata il primo posto è stato dedicato all’Ingegnere consorte. Artista conosciuta, di successo, con attività a tratti frenetica, non si è mai insuperbita e non ha mai messo se stessa al primo posto, neppure quando è rimasta sola: allora, lavorava per aiutare i bisognosi …

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