Biografia

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B I O G R A F I A  

 Persona d’altri tempi, di particolare sensibilità e con una spumeggiante cordialità, ha sempre dato primaria importanza all’affetto, alla fedeltà, all’impegno, all’onestà, al rigore morale, alla spiritualità, alla frugalità in vista di una maggior solidarietà in favore di orfani, poveri, lebbrosi, portatori di handicap e di chiunque Le chiedesse aiuto, continuando ad esser serenamente "contro corrente" in tempi di egoismo materialista.

Nel Suo salotto si potevano fare gli incontri più originali e interessanti, e mai si trattava di chiacchiere di paese: sempre arte, musica, poesia, letture, pensieri, i Suoi ricordi raccontati come si trattasse di favole, e nei Suoi discorsi sempre c’era un eroe buono e un lieto fine... Chi si è seduto anche una sola volta sui suoi divani, non può non ricordare!

Fiumana di nascita dove è stata iniziata agli studi artistici da Ugo Terzoli e dove ha fatto le prime Mostre, ha vissuto poi a Milano e a Stresa, dove ha intensamente lavorato negli ultimi trent’anni, dipingendone paesaggi e personaggi.

È difficile imprigionare il Suo Spirito e la Sua Arte in una definizione, in un solo aggettivo, in una critica che non sia restrittiva, tarpante, parziale. La libertà prorompeva dai Suoi quadri, la vita dalle Sue sculture e non basta fare un discorso di maestri (Elisabetta Keller, Attilio Andreoli, Ina e Boris Zueff, ai quali fu sempre grata), di competenza nel disegno, di abilità tecnica nelle pennellate, di originalità di scorci, di prospettive insolite, di composizioni ben scelte, di soggetti vibranti nei ritratti, di movimenti riassunti nell'immobilità scultorea. C’è di più: ogni opera è un’emozione resa leggibile, uno stato d'animo che vuol essere comunicato più che capito, un sentimento o una sensazione vestita di colori...

Non La vedremo più con il Suo cavalletto nei giardini o sui monti intorno a Stresa, non sentiremo più la Sua voce sempre festosa, non La incontreremo più nella chiesetta con i Suoi Angeli intorno al Tabernacolo o sulla strada verso il Camposanto dove continuava a salire verso il Suo Bruno... ma ci rimangono i Suoi quadri, le Sue sculture, le Sue parole, i Suoi desideri, il Suo esempio.

E se tutti noi sapremo esserLe riconoscenti per quegli attimi eterni passati davanti ai Suoi lavori, la parola “Fine” non verrà mai scritta e Lei continuerà ad esistere, nonostante le dolorose apparenze.

Ogni notizia che vorrete aggiungere alla cronologia di avvenimenti sarà premiata …con un bel “Grazie!”: da parte del Centro Studi, dell’Artista e della Storia dell’Arte Contemporanea, che si costruisce sommando piccoli indizi.

Poiché Nuzzi Chierego lavorava molto anche in villeggiatura, il nome di queste località, estive o invernali, che l’hanno ospitata, anno per anno, aiuterebbero a datare alcuni quadri, ad individuarne il nome del paesaggio dipinto e a rintracciare soggetti ritratti.

 

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