Crudeltà

olio/compensato h cm 50 x 60 firma “Chierego” in basso a destra

Codice: A055

Data: 1977

Collocazione:

Quello delle bambole è stato un breve periodo nella pittura di Nuzzi: meno di due anni.
Nuzzi non amava gli eccessivi trini e merletti delle bambole d’una volta, né, ancor meno, la retorica un po’ crudele di quei modelli sempre perfetti e inarrivabili, che sapevano escludere quel che non faceva parte del loro mondo composito...
Ma a Stresa vide per caso la “cesta delle bambole” moderne della bimba vicina di casa: si incuriosì di fronte a quelle bellezze senza canoni, così diverse dal mondo adulto, e si convinse a quel simbolo di una nuova infanzia.
Così l’intero cesto traslocò nello studio di Nuzzi, proprio nel periodo in cui trascorrevo una lunga e difficile convalescenza in una pensione lì vicino, e visitavo i coniugi Chierego ogni giorno.
Vidi così dal vivo la crescita di quest’opera: “a ogni sgorbio e azzardo di matita ecco una gota che si completa, ecco la fronte che sboccia, ecco un primo occhio che prende a fissare...” (Giovanni Arpino, “L’ombra delle colline”).
Incredibile!
Faticoso come un ciuffo di ritratti, divertente come l’intera tavolozza, l’improbabile diventa verità, la soglia dell’irreale viene varcata, quasi un desiderio di pittura surreale.
E mentre il pennello precisava quella chioma, un occhietto, la posa di una manina, l’espressione attonita o sorniona, boccucce e vestitini, le parole scorrevano, io mi raccontavo, lei ascoltava o commentava, attenta, per poi raccontarsi a sua volta, e i ruoli si scambiavano.
Fu così che diventammo profondamente amiche: di fronte a questo pubblico d’infanzia. Con la medesima loro semplicità, allegrìa, originalità.



Commenti a Crudeltà   -   Lascia commento