Accordo

olio/tavola h cm 40 x 50 firma “Chierego” sottolineata in basso a destra Esposto alla Palazzina Liberty, Stresa 1996

Codice: A041

Data:

Collocazione:

Come procede un Artista, nel dipingere?
Io non mi ero mai posta il problema: un’opera era nata e tanto mi bastava, cosa succedesse nel “grembo mentale” per prepararne la nascita mi pareva insondabile.
Ma assistere al crescere di un lavoro è incantevole e misterioso ...
Grande cura poneva nel preparare l’inquadratura, soprattutto se si trattava di “natura in posa” (perché chiamarle “nature morte”?). Nell’ordine: i fiori, il vaso, la luce, lo sfondo, l’appoggio, la composizione – poi si aggiustava il tutto, magari cambiando il vaso, forse girando il tutto per cambiare la luce, a volte ricominciando da capo. E ad ogni variante faceva due passi indietro, osservava, limitava con le mani l’inquadratura, taceva, “sentiva” ...
Poi era il momento di scegliere la base su cui dipingere (misure, disposizione verticale o orizzontale, materiale) e la tecnica, anche se recentemente erano spesso i colori ad olio, per comodità.
Quando finalmente era soddisfatta, sistemava il cavalletto – ma neppur quella era impresa da poco!
Un abbozzo dei contorni per prender bene le misure, magari con una sanguigna, talvolta addirittura con il pennello. Non era escluso che, a questo punto, urgesse una modifica dell’intera composizione.
A questo punto io mi aspettavo che iniziasse da un settore, lo terminasse, per poi dedicarsi a quel che era vicino ... oppure, che cominciasse con un colore e lo distribuisse dove occorreva, per poi cambiar colore e disporlo in ogni punto in cui era presente.
No.
Come una cartomante, quando dispone le sue carte, non le vede tutte, ma vede soltanto quelle che riterrà determinanti, così i colori comparivano ai suoi occhi, urgenti, e dopo averli preparati li apponeva lì, proprio lì, per poi essere chiamata da qualche contrappunto, e nuova miscela, nuova macchia, in tutt’altra parte della tela. Ma la seconda nota di colore cambiava il tono della prima, che andava modificata, e richiedeva “quel” passaggio, tra le due, con una tonalità di stacco, o di accordo ...
Ogni pennellata ne chiamava un’altra, ogni “accordo” a me sembrava completo e bellissimo, ma bastava una nuova componente e l’accordo cambiava, altrettanto bello, ma allora, poi, stonava l’altro lato del quadro, e andava ritoccata, e al “peso” di quel quasi-bianco doveva rispondere un blu più vivo, quel rosso non poteva star solo, qui è da scurire lo sfondo, là da “staccare” il fiore, quella zona è troppo chiara, l’altra troppo scura ... una pennellata via l’altra, una ricerca dopo l’altra, mai paga, mai soddisfatta ... mai stanca!
Per questo, spesso si cenava dopo il tramonto, quando l’ansia di migliorare era forzatamente interrotta dalla mancanza di luce. E prima del sonno, un’ultima occhiata al lavoro nel suo insieme, con tutti i propositi per le modifiche del giorno dopo, poi si addormentava immaginando quel Meglio cui avvicinarsi ...
Passione d’Artista!



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