A053 Senza confine
Avrebbe potuto intitolarsi "Terra promessa" quest'opera dalle dimensioni minime che così bene suggerisce colori, distanze, ondulazioni e consistenza del paesaggio toscano, ricco di fascino e morbidezza, tangibile nel presente ma già nettamente proiettato verso il futuro di quei terreni generosi ... Difficile la prospettiva di linee ondulate e diversamente orientate, difficile la miniatura per l'uso di sottilissimi pennelli - alcuni ridotti a poche setole, i più scarni tenuti con gran cura come i più preziosi! - che non permettono di mescolare i colori sulla tavolozza, e ne servono almeno due: uno per preparare il colore e uno per portarlo al dipinto. Ricordo la Sua mano un po' spigolosa che talvolta tratteneva un intero ciuffo di pennelli, e le dita sceglievano il "protagonista" senza posare gli altri: l'enfasi del dipingere La costringeva sempre a ridurre al minimo i tempi "tecnici"!
"Terra promessa", dunque: con campi diversamente coltivati, boschi, filari a dividere proprietà o indicare strade di accesso ai casolari, un lago che è specchio increspato di quel Cielo ancor più ricco, più mosso e più sfumato del sottostante Appennino toscano, dove la luce gioca con i colori che la Terra non ha. Cielo abitato più della terra, nuvole senza corpo, campi senza persone: tutto soltanto Luce, colore e Riflesso: ordine sovrumano!